L’incontro con i rappresentanti delle associazioni di commercianti e artigiani per riflettere sul presente e sul futuro del turismo ravennate
Un turismo legato troppo alla stagionalità, penalizzato dai collegamenti, incapace di creare sinergie in una città che si piange addosso. Sarebbe un quadro sconfortante se non ci fossero le soluzioni e risposte che, per fortuna, non mancano e non sono nemmeno troppo costose. Non sono mancati certo gli spunti nella serata organizzata da Insieme Per Cambiare Ravenna martedì sera al BBK di Punta Marina. Il dibattito è stato moderato da Marco Zatti, albergatore e candidato di IXC alle prossime elezioni, e aperto da un saluto del capolista Giovanni Poggiali. Presenti tra il pubblico insieme ai candidati della lista Insieme per Cambiare, operatori nel campo del turismo e del commercio e i presidenti delle Pro Loco dei lidi ravennati.
Accolta in generale in maniera positiva la novità che propone il candidato sindaco di centrosinistra, Michele De Pascale: la Dmo, una società di promo-commercializzazione che accolga al suo interno l’Amministrazione e gli operatori del settore e che coinvolga i Comuni limitrofi. La Destination Manager Organization è un contenitore che si occuperà a tutto tondo del turismo, dagli studi statistici fino alla promozione e la vendita.
Si sono alternati a parlare i rappresentanti delle quattro associazioni di commercianti e artigiani, ognuno dei quali ha portato contributi interessanti al dibattito. Nevio Salimbeni, di Cna, è partito dai numeri: a Ravenna si soggiorna in media due giorni, basta farli diventare tre per aumentare l’indotto di 25 milioni di euro. Per farlo bisogna “far comunicare i prodotti che vengono venduti: mare, città d’arte, collina”. Un modo di ragionare sul territorio, come invita a fare la nuova legge regionale del settore, da poco approvata. “Il turismo – ha detto Salimbeni – deve avere aspetti di carattere industriale, dalla promozione alla vendita. Prima di ragionare sui collegamenti dobbiamo partire dal prodotto offerto”.
Si è soffermato in particolare sul turismo culturale Paolo Giulianini, rappresentante di Ascom Confcommercio, e sulla necessità di avere manager in grado di vendere la città nelle fiere internazionali. Su questo particolare aspetto, ha sottolineato Giulianini, bisogna investire perché con poche risorse si riescono a muovere migliaia di turisti. L’invito è quello di migliorare la cultura dell’accoglienza, ragionare sul territorio e “utilizzare la tassa di soggiorno in promozione turistica”.
“Bologna, mettendo in rete i soggetti protagonisti del settore è riuscita a superare Ravenna per numero di turisti”: è partito da qui Antonello Piazza di Confcommercio per chiarire quanto siano necessarie le sinergie fra pubblico e privato in questo ambito. Piazza ha sostenuto la necessità di ragionare in un’ottica un po’ più ampia del solito, creando un sistema che tocchi l’intera Romagna: “Per molte persone fare 70 chilometri quando si è in vacanza non è una distanza abissale”. Del ‘sistema turismo’ poi possono far parte anche imprese che non sono direttamente collegate con esso, come quelle che fanno dell’alimentazione il loro business.
Riccardo Santoni (Confesercenti) ha riportato al centro dell’attenzione la spiaggia, uno degli asset maggiori del turismo ravennate: “Va valorizzata la risorsa spiaggia dal punto di vista degli spazi, ad esempio attrezzandola per aree sportive”. Dai Riviera Beach Games ai grandi tornei: sono tanti i modi con i quali la lunghissima spiaggia di Marina di Ravenna e Porto Corsini può diventare un punto di attrazione. Ciò porta con sé “la necessità di investire risorse sulla lotta all’erosione”. Infine la burocrazia: “La nuova amministrazione deve cambiare qualcosa, altrimenti ne moriremo”.
Ha poi dato qualche suggerimento manageriale Francesco Ferro, di Integra Solutions, l’azienda che porta avanti il progetto Romagna Visit Card, che unisce 50 grandi attrattori culturali del territorio. Ferro, forlivese, è partito dall’esempio positivo della sua città: “Forlì ha trovato un soggetto, la Cassa di Risparmio di Forlì, che per otto anni ha investito sulle mostre. Oggi è la quinta realtà italiana per attrattività in questo particolare segmento turistico. Non è mai stata una città culturale ed è stato necessario mettere in campo risorse”. Per Ravenna la questione è diversa: “Voi avete tutto ma vi piangete molto addosso, serve spirito e orgoglio. Il problema principale? Non vi promuovete”. Per quanto riguarda gli eventi: “Vanno individuati e portati avanti quelli che possono creare movimento”.
Ha chiuso il dibattito Simona Trerè, candidata di Insieme per Cambiare alle elezioni, che ha lanciato l’idea della Romagna Green Card. “Si tratta – ha spiegato – di uno strumento con il quale il turista può scegliere di passare le sue vacanze in modo sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”. Uno strumento che serve a dare “un’offerta al turista consapevole” e a vendere “il territorio in maniera attuale”. Perché il “turismo per essere tale deve essere anche sostenibile”.