Abbiamo seguito con attenzione la presentazione dello studio di fattibilità per il nuovo Palazzo delle Arti e dello Sport per la Città di Ravenna.
Un progetto ambizioso e suggestivo che abbiamo caldeggiato fin dalla campagna elettorale, come un’importante risposta alle esigenze dello sport cittadino, non solo per le squadre di vertice, ma anche per una ricaduta positiva sulle società di base.
Il Palazzetto presentato è sicuramente di forte impatto e dalle grandi potenzialità, di dimensioni rilevanti e con un’alta capienza di spettatori: ne deriva un investimento importante e la necessità di ponderare le scelte pianificando il futuro della struttura. È quindi a nostro giudizio necessario accompagnare da subito questo progetto con un piano di gestione del Palazzetto stesso.
Oltre ad un’analisi dell’impegno economico, delle dimensioni e posizione della struttura, delle potenzialità del nuovo palazzo, è necessario un “piano” che evidenzi i costi di gestione e di utilizzo dell’impianto, che prefiguri i diversi scenari di programmazione degli spazi e della gestione delle attività: costi fissi di personale e manutenzione dell’impianto, e spese variabili condizionate dalla fruizione, quali utenze e allestimento.
Condividiamo quanto detto dal nostro Sindaco: “un progetto che non deve nascere da una scelta emotiva”, ma il Palazzo delle Arti e dello Sport deve essere frutto della visione che abbiamo per il futuro della nostra Città, dove lo sport di vertice diviene traino per una diffusa pratica sportiva e nuovi spazi polivalenti favoriscono eventi dall’importante ricaduta, quali l’OMC.
Ma l’investimento è notevole ed è necessario creare i presupposti che garantiscano la sostenibilità futura dell’impianto: è per questo che le dimensioni e la capienza dell’impianto devono avere un riscontro ed essere motivate. 1000 posti in più o in meno possono avere significative ricadute sia sul breve che nel lungo periodo.
Apprezziamo l’impegno dell’Amministrazione che garantisce in proprio, o con supporti esterni, la copertura dei 15 milioni di Euro, ma rimane per noi indispensabile la definizione dei costi di gestione e la loro copertura, quale parte integrante della fattibilità del progetto.
Sarebbe prematuro e non ci addentriamo in valutazioni sul progetto del palazzo stesso, fiduciosi che i tecnici coinvolti affronteranno con entusiasmo e competenza il compito loro affidato.
Riteniamo anche che ci siano valide ragioni per supportare il sito prescelto, soprattutto considerando la difficile congiuntura economica attuale, nella quale modalità di efficientamento e risparmio sono particolarmente importanti:
– anzitutto l’area del Pala De Andrè non è uno spazio concluso, il progetto del Parco delle Arti e dello Sport era ancora in divenire, e l’Architetto Sadich, artefice del progetto, conserva ancora numerose ipotesi che prevedevano di arricchire il complesso con diversi altri fabbricati (palestre, piscina etc…);
– il sito è già dotato di un’ampia gamma si servizi, quali parcheggi e reti tecnologiche; è del tutto evidente che una localizzazione diversa, extraurbana, probabilmente più accessibile, avrebbe la diretta conseguenza di incrementare enormemente i costi: si dovrebbe andare ad urbanizzare un’area extraurbana, costruirvi sopra tutti i servizi quali strade, parcheggi, reti tecnologiche, trasporto pubblico, oltre alla difficoltà e ai tempi necessari per reperire l’area.
– l’area del Pala De Andre è già di proprietà comunale ed è collaudata per eventi importanti; e la tempistica prospettata dal Sindaco è assolutamente da apprezzare: in pochi anni si può dotare la città di un’opera cosi importante.
– infine, una collocazione diversa, farebbe perdere l’opportunità di un coinvolgimento dell’OMC, che potrebbe dirottare importanti risorse impiegate ogni due anni per strutture temporanee, nella costruzione di una struttura resa disponibile in occasione dell’importante esposizione.
Il sito rimane comunque di grande pregio artistico e di forte valenza culturale, c’è un pezzo di storia della nostra città (non solo sportiva), ci sono opere importanti quali il “grande Ferro R” di Burri. Ne consegue la necessità di rapportare la nuova struttura ai caratteri architettonici del Pala De Andrè e dell’intero Parco delle Arti e dello Sport: ci stupisce in tal senso l’assenza di una figura di “Architetto”.
Nutriamo fiducia e stima nelle capacità dei tecnici comunali, ma la particolarità e delicatezza del sito avrebbe meritato un diverso approccio con figure di specifica competenza e preparazione su valori artistico-architettonici.
Chiariamo, non siamo affatto contrari, anzi decisamente favorevoli alla realizzazione di una nuova struttura per lo Sport, e auspichiamo una veloce realizzazione del miglior progetto possibile, ma il tutto con un occhio attento: alla “sostenibilità” (economica, funzionale e sociale); all’impatto sul luogo e alle valenze del Parco delle Arti e dello Sport; e ad una positiva ricaduta su tutto il sistema sportivo della Città.