Come si può promuovere un territorio di 6.500 chilometri quadrati e con oltre un milione di abitanti? Possibile che all’estero dici “Romagna” e capiscano “Romania”? Sono solo alcune delle domande che giovedì sera sono state analizzate durante l’incontro organizzato all’Alexander dall’associazione “Insieme per cambiare Ravenna”. Ne sono usciti spunti molto interessanti, partiti dalla riflessione di Giovanni Poggiali, presidente dell’associazione: “Nel 2016 nessuna amministrazione può limitare lo sguardo ai propri confini territoriali. Governare Ravenna vuol dire pianificare sviluppo ampliando gli orizzonti e alzando l’asticella. Partendo da un brand, da un piano di comunicazione per ‘raccontare’ e promuovere Ravenna e la Romagna, territorio che ha un’identità forte e vincente”. Un’identità che non è però abbastanza conosciuta all’estero e conta poco a livello nazionale.
Anche Michele De Pascale, candidato sindaco del Pd, ha lamentato la mancanza di una voce comune, fatta eccezione per la Conferenza Socio Sanitaria romagnola. “A questo punto – ha provocato, ma non troppo, De Pascale – bisognerebbe forzare e parlare di infrastrutture in quella sede”. Una “proposta garibaldina” lanciata in presenza del sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, che presiede la Conferenza. Secondo De Pascale la Romagna ha un disperato bisogno di parlare con una sola voce, soprattutto in ambiti come infrastrutture e turismo dove troppo spesso si è divisa. “Nel nostro territorio c’è una forte appartenenza al campanile. Tutti, però, ci sentiamo romagnoli. E’ un carattere indentitario”.Paolo Lucchi ha raccolto la sfida: “Bisognerebbe creare un coordinamento unico per la presentazione di progetti e le richieste di finanziamento all’Unione Europea. Si fissano degli obiettivi territoriali, evitando di farsi concorrenza l’un l’altro”. Anche perché “quando i romagnoli si sono messi insieme hanno fatto bene: penso a Romagna Acque, all’Ausl Unica, al trasporto pubblico. Esperienze che hanno limitato sprechi e migliorato l’efficienza dei servizi”.
D’accordo con Lucchi il vicepresidente della Provincia di Ravenna, Paolo Valenti che invita però a riflettere sulla possibilità di creare la Città Metropolitana di Romagna: “Serve un soggetto istituzionale che dia strumenti e risorse e che faccia parlare le città con una voce unica”. Valenti ha portato come esempio di lavoro comune la trentennale esperienza della Rete bibliotecaria di Romagna.
Al dibattito, moderato dallo scrittore Paolo Gambi, ha dato pepe anche l’intervento di Nicole Poggi, giovane ma già esperta brand manager romagnola. Ha raccontato i modi in cui vende i prodotti enogastronomici Romagnoli fuori dai confini Europei, in particolar modo negli Stati Uniti. Il territorio va “valorizzato culturalmente” scegliendo “canali di promozione adeguata” e lanciando iniziative legate alla tradizione di una terra genuina. “Non bisogna rivolgersi genericamente ad un consumatore ma a chi ha potere d’acquisto e di indirizzo dei clienti. Sono persone che quando capiscono la ricchezza della Romagna ne rimangono entusiasti. Servono però investimenti mirati e una capacità lungimirante di fare branding territoriale”.