Un calendario di eventi, mostre e convegni sul rapporto, mai approfondito prima, tra Alberto Burri e Ravenna. E’ la proposta lanciata dal candidato della lista civica Insieme per Cambiare, Guido Guerrieri, che punta a celebrare e rilanciare nel 2018 il ricco patrimonio lasciato dal grande artista di Città di Castello. L’occasione è il 30esimo anniversario dell’esposizione al Museo Nazionale di Ravenna del 1988, curata da Claudio Spadoni e dedicata alla serie “Annottarsi” (esposta anche alla Biennale di Venezia), che fu preludio di una collaborazione dell’artista con la città che si protrasse per i due anni successivi, spaziando dall’opera pittorica all’allestimento, fino all’imponente scultura-teatro realizzata accanto al Pala De Andrè.
E’ del 1990, infatti, il completamento del “Grande Ferro R”, appositamente commissionato da Raul Gardini per il Parco delle Arti e dello Sport. Ulteriore testimonianza dell’attività di Burri sono i bozzetti di alcuni pannelli destinati al palazzo di via Diaz, in cui oggi è posizionata l’opera di Arduino Cantafora.
Sono tutti lavori che contribuiscono ad arricchire il patrimonio artistico vantato da Ravenna, ma che meritano una doverosa valorizzazione. «Noi crediamo che la città debba aprire un momento di confronto, studio e riflessione sull’attività e le opere di Alberto Burri in quegli anni – dichiara Guerrieri –. Quale occasione migliore per programmare nel 2018, in concerto con la Fondazione Burri, un cartellone di iniziative che sancisca l’importante ruolo di Ravenna negli ultimi anni di vita dell’artista”.
Le proposte abbozzate sono quattro: riproporre a distanza di 30 anni la mostra nel Museo Nazionale in prossimità di San Vitale; due giorni di studi e testimonianze con i massimi esperti dell’artista, focalizzati sull’attività di quegli anni; un programma di iniziative artistico-culturali all’interno del “Grande ferro R” (il cui restauro è già in progetto) con il coinvolgimento del Ravenna Festival; infine, una mostra delle fotografie di Aurelio Amendola (amico e fotografo ufficiale dell’artista).
«In questo modo – conclude Guerrieri – Ravenna sarebbe protagonista dell’apertura di pagine inesplorate dell’artista, con un programma articolato di convegni tenuti dai direttori dei musei di arte contemporanea di tutto il mondo, mostre e rappresentazioni culturali, miscelando lo studio dell’opera passata con la fruizione e l’interpretazione odierna dello spazio da lui concepito 30 anni fa. Sicuramente un programma di richiamo internazionale, sia per i massimi esperti che per i tanti diffusi appassionati di turismo culturale».